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Ciclocross

Tripudio olandese a Vermiglio, Giada Borghesi è dodicesima

Vermiglio ha consegnato due nuovi nomi all’elenco degli atleti capaci di vincere una prova di Coppa del Mondo. Due gare, due vincitori e due storie diverse, quella al maschile e al femminile, disputate sulla neve, tratto distintivo della gara solandra.

Joris Nieuwenhuis esulta per la prima vittoria in Coppa del Mondo
Joris Nieuwenhuis esulta per la prima vittoria in Coppa del Mondo

Da una parte il monologo di Joris Nieuwenhuis, l’olandese che è stato anche buon professionista su strada prima di dedicarsi al 100% al ciclocross, e capace di domare la neve tenendo la testa dalla prima all’ultima curva; dall’altra Manon Bakker, che fino ad oggi aveva centrato solo un altro podio in Coppa del Mondo, proprio a Vermiglio nel 2022, e che in Val di Sole ha definitivamente capito che davanti, con le più forti, può lottare anche lei.
Imbiancata di fresco, con cinque centimetri di neve caduti nella notte prima della gara, Vermiglio si è offerta per la terza volta al pubblico del ciclocross in tutto il suo fascino, con la sua atmosfera caratteristica e la passione di una valle che, ormai da tempo, senza ciclismo non sa proprio stare, e che già conta i giorni che la separano dalla prossima edizione della Coppa del Mondo di Mountain Bike, in programma dal 13 al 16 giugno 2024.

Nieuwenhuis sfodera un capolavoro: la val di sole è sua

Con quel nome e con quell’aspetto, quella sua lunga barba scura, Joris Nieuwenhuis avrebbe potuto essere un pittore olandese del secolo d’oro, il Seicento. Di certo, l’atleta Oranje il suo capolavoro l’ha dipinto, su due ruote, a Vermiglio, sul tracciato di Coppa del Mondo di Ciclocross che in Val di Sole gli ha regalato la prima vittoria in carriera nella massima serie.

Il podio della gara maschile vinta da Joris Nieuwenhuis
Il podio della gara maschile vinta da Joris Nieuwenhuis

Sulla tavolozza del 27enne della Baloise Trek Lions quest’oggi c’era solo il bianco della neve di Vermiglio, ancora fresca ma decisamente più veloce e battuta dopo la prova femminile: il suo più grande merito è stato quello di non perdere mai la concentrazione, conducendo una gara pressoché impeccabile dall’inizio alla fine dei sette giri sul tracciato di 2,9 km. Pennellate ferme e decise, più gentili e delicate solo dove il tracciato si presentava più insidioso.
Nieuwenhuis non ha perso tempo: si è infilato davanti a tutti nella prima curva e da lì nessuno è più riuscito a smuoverlo, seguito dapprima a breve distanza da Niels Vandeputte (Alpecin-Deceunick), soprattutto nella prima tornata, e poi in un assolo inarrestabile fino all’apoteosi davanti al pubblico di Vermiglio.
«So che il mio stile in bicicletta fa sembrare che pedali sempre in scioltezza, ma garantisco che non è stato così. La cosa più difficile è stato mantenere la concentrazione alta dall’inizio alla fine, sapevo che avevo la possibilità di puntare in alto, avevo ottime sensazioni in bicicletta e questo oggi era molto importante. Da ragazzo ho corso in Bmx, credo che quell’esperienza mi abbia dato qualcosa in più per affrontare un percorso come questo».
«Negli anni scorsi - ha proseguito Nieuwenhuis - non ero riuscito ad inserire questo evento nel calendario, ma in televisione ne ero rimasto rapito: è una gara che sa stravolgere i pronostici, in cui bisogna essere sia tecnici che potenti. Credo che questa prova sia perfetta per le mie caratteristiche, e spero l’anno prossimo di tornare qui e confrontarmi con tutti i più grandi nomi di questa disciplina, perché questo evento lo merita davvero».
Vandeputte ha confermato il secondo posto del 2022, presentandosi sul traguardo a 1'01" dal vincitore. Terza piazza, a sorpresa, per Joran Wyseure, belga classe 2001 della Crelan-Corendon, che al pubblico di Vermiglio ha mostrato tutto il suo entusiasmo per un career best di grande valore.
Ai piedi del podio sono arrivati, invece, due dei protagonisti più attesi. Quarto posto per Michael Vanthourenhout, il vincitore del 2022, rimasto invischiato nel gruppo nelle prime, caotiche fasi di gara, ma che al termine ha ammesso “oggi non avevo le gambe per vincere, il quarto posto è il meglio a cui potessi puntare.” Subito dietro a lui è arrivato Eli Iserbyt, che si è confermato leader della classifica di Coppa del Mondo, con in scia un altro belga, Laurens Sweeck. Diciottesimo e migliore degli italiani il veneto Federico Ceolin. Bene il trentino Emanuele Huez, 25°.

Manon Bakker regina delle nevi in Val di Sole

La neve di Vermiglio è un giudice severo per tutti gli atleti, anche le stelle del ciclocross mondiale, capace di ribaltare pronostici e raccontare storie emozionanti. L’immagine della gara femminile è stata quella del sorriso incredulo di Manon Bakker (Crelan-Corendon) sul rettilineo d’arrivo, quando ha capito che la stessa Val di Sole che le aveva regalato il primo podio in Coppa del Mondo di Ciclocross un anno fa stava per salutare il suo primo successo nel massimo circuito.

Manon Bakker in azione a Vermiglio
Manon Bakker in azione a Vermiglio

Quella di Vermiglio è stata, come sempre, una gara appassionante e imprevedibile: rispetto alle prove della vigilia, i cinque centimetri di neve caduti nella notte hanno reso il percorso più pesante e scivoloso in alcuni tratti, e i numerosi sorpassi e scivolate nelle prime battute sono state il riflesso di una necessaria fase di adattamento.
Dopo la caduta di Ceylin del Carmen Alvarado (Alpecin-Deceunick) alla seconda curva, a rilevarla in testa era l’atleta di casa Sara Casasola (FAS Airport Services-Guerciotti), che poi sua volta cedeva il passo alla sorprendente ceca Kristyna Zemanova (Brilon Racing Team), classe 2003, forse la più rapida a trovare il feeling con il terreno pesante e farinoso.
Nella seconda metà del primo giro, tuttavia, del Carmen Alvarado ritrovava il passo e metteva in mostra tutta la sua grande condizione, riconquistando la testa della corsa e transitando sulla linea traguardo dopo il primo giro con la ceca a ruota. Alle loro spalle, dopo una brutta partenza, Manon Bakker inseguiva a 13 secondi, mentre a 24 c’era la vincitrice del 2022, Puck Pieterse (Fenix-Deceunick) assieme a Sara Casasola.
Nella seconda tornata, Alvarado insisteva con il suo ritmo, trovando sempre maggiore confidenza con il terreno soprattutto sui tratti più scorrevoli, ma un errore sul ponte consentiva sia a Zemanova che a Bakker di rientrare sulla sua ruota. Dietro provava ad avvicinarsi Puck Pieterse, seguita dalla canadese Sidney McGill, mentre Sara Casasola si vedeva avvicinata dalle altre azzurre Valentina Corvi e Francesca Baroni.
Quando, nel terzo giro, Alvarado ha piazzato una nuova accelerazione, per un attimo è sembrato che la gara avesse trovato il proprio binario. Tuttavia, proprio i tanti errori della leader di Coppa del Mondo consentivano a Bakker di riavvicinarsi e ritrovare la sua scia proprio in vista del penultimo passaggio sulla linea del traguardo.
Nell’ultima tornata, Bakker ha preso la testa e non l’ha più ceduta: nella seconda metà del giro, del Carmen Alvarado ha ceduto alla stanchezza e ha così lasciato spazio all’esultanza della connazionale sul traguardo di Vermiglio. Sono stati 23 i secondi a separare le prime due sul traguardo, mentre Pieterse, a 1:35, ha completato un podio tutto in tinte Oranje. Nel dopo gara, la due volte vincitrice in Val di Sole – nel ciclocross nel 2022 e nel Cross Country MTB nel 2023 - confermerà di aver trovato il giusto feeling in sella e con il percorso solo nell’ultima tornata di corsa.
«Ormai sono ufficialmente innamorata di questi luoghi, e di questo percorso - ha affermato Manon Bakker al termine della gara -. Oggi bisognava soprattutto rimanere calmi, e io ci sono riuscita nonostante una brutta partenza. Sono un’atleta molto tecnica, mi piacciono percorsi da guidare, scivolosi, e in cui bisogna esprimere potenza: mi piacerebbe che ci fossero più gare come questa. Per me questo successo significa tantissimo: in carriera ho avuto tanti alti e bassi, questa prova dimostra che ho quello che serve per stare lì davanti».
Quarta la sorprendente ceca Zemanova, quinta la canadese McGill. Ottimi risultati per le azzurre Corvi e Baroni, entrambe al miglior piazzamento in carriera con il sesto e settimo posto. Solo nona, e scura in volto sul traguardo, Sara Casasola, condizionata da problemi tecnici nella seconda metà di gara.
«È stata una bellissima gara, molto difficile per via del terreno e difficile da leggere tatticamente, ma con il calore del pubblico di casa a renderla speciale - ha detto Valentina Corvi. Ho cercato di partire forte e poi gestire, anche perché qui sbagliare è molto facile. Sono felicissima, anche per aver raggiunto il podio fra le Under 23, che per me è molto importante. Grazie a tutta la squadra azzurra, e grazie a Val di Sole per aver organizzato una gara tanto unica».
In Val di Sole ha raccolto applausi anche Giada Borghesi. La nonesa del Team Lapierre Trentino ha chiuso dodicesima, a due passi da casa.

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