Samuele Rivi da applausi alla “Sanremo” vinta da Mohoric
L’edizione 2022 della Milano-Sanremo ha premiato Matej Mohoric, lo sloveno che non ti aspetti. Il 27enne della Bahrain Victorious ha confezionato il suo capolavoro lungo la discesa del Poggio e ha tagliato a braccia alzate la linea d’arrivo, dove non sono mancati i meritati applausi anche per il trentino Samuele Rivi.
Il 23enne di Mezzolombardo è stato tra i promotori della fuga a otto che ha caratterizzato la corsa. È stato l’ultimo a mollare la presa, assieme ad Alessandro Tonelli della Bardiani, ripreso soltanto lungo le prime rampe del Poggio, a otto chilometri dal traguardo. Il rotaliano della Eolo Kometa ne ha coperti 280 e più in avanscoperta. Generoso, solido, tenace. Da applausi.
«Quella di oggi era la mia prima Milano-Sanremo, la prima classica Monumento – ha commentato Rivi a fine gara - Non mi aspettavo che la fuga guadagnasse così poco sul gruppo, ma siamo comunque riusciti a mantenere un buon vantaggio a lungo. Ci abbiamo provato fino alla fine e ora sono abbastanza stanco. L’obiettivo principale era quello di dare visibilità alla squadra, in una corsa prestigiosa, e sono contento di essere riuscito a farlo. È stato emozionante e altrettanto faticoso. Sapevo che al traguardo ci sarei dovuto arrivare ed è stato bello arrivarci dopo una lunga fuga, lontano dallo stress del gruppo. Siamo riusciti a goderci un po’ anche il paesaggio».
La corsa si è definitivamente infiammata proprio quando Rivi è stato ripreso, sul Poggio, l’ultima asperità del percorso. Precedentemente la Cipressa aveva fatto le prime vittime eccellenti (vedi Pidcock, Viviani e Bauhaus), con lo sfortunato Peter Sagan costretto ad alzare bandiera bianca a causa di un guasto meccanico. Non più fortunato il perginese Daniel Oss, suo compagno di squadra, vittima di una foratura poco prima e bravo a rientrare in gruppo.
Pogacar ci prova in salita, Mohoric ci riesce in discesa
Lungo le non impossibili pendenze del Poggio Pogacar ci ha provato una, due, tre, quattro volte. Senza l’esito sperato. Poco prima dello scollinamento ha operato un nuovo forcing Søren Kragh Andersen, seguito a ruota da Pogacar, van der Poel e van Aert. Poco dietro Matej Mohoric, che si è lanciato a rotta di collo in discesa.
Ha rischiato oltre il rischiabile, dando prova delle sue capacità di guida. Il 27enne sloveno della Bahrain Victorious ha imboccato l’Aurelia con 6” di vantaggio sul primo gruppetto di inseguitori, una quindicina di corridori in tutto. Ha stretto i denti negli ultimi 2500 metri del percorso ed è andato a prendersi una meritata vittoria.
Nulla da fare per gli inseguitori, nemmeno per il generoso francese Anthony Turgis, secondo davanti a Van der Poel e a Michael Matthews. Quinto Pogacar, seguito a ruota dall’ex iridato Mads Pedersen, da Søren Kragh Andersen e da Wout van Aert, ottavo. Undicesimo il primo degli italiani, Vincenzo Albanese (Eolo Kometa).
Il primo dei trentini è Daniel Oss, 42° a 1’14”, in un drappello in cui ha trovato posto anche il grestano che ora gareggia con i colori della Polonia Cesare Benedetti, 54°.
Rivi ha chiuso 74° a 5’26”, con il suo compagno di squadra Davide Bais 97° a 6’01”, alla ruota dello sfortunato Peter Sagan e davanti a Gianni Moscon, 101°.
Ordine d'arrivo
1. Matej Mohoric (Bahrain Victorious) 193 km in 6h27’49” (media 45,331 km/h)
2. Anthony Turgis (TotalEnergies) a 2”
3. Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) st
4. Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco) st
5. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) st
6. Mads Pedersen (Trek-Segafredo) st
7. Søren Kragh Andersen (Team Dsm) st
8. Wout van Aert (Jumbo-Visma) st
9. Jan Tratnik (Bahrain Victorious) st
10. Arnaud Démare (Groupama-FDJ) a 11”
42. Daniel Oss (TotalEnergies) a 1'14"
54. Cesare Benedetti (Bora Hansgrohe) a 1'14"
74. Samuele Rivi (Eolo Kometa) a 5'26"
97. Davide Bais (Eolo Kometa) a 6'01"
101. Gianni Moscon (Astana) a 6'01"
