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Fuga e sprint vincente: Gardolo incorona Lorenzo Mottes

C’era andato vicino due volte, mentre in altre occasioni era stata la sfortuna a mettergli i bastoni tra le ruote. Lorenzo Mottes sapeva di avere nelle gambe il grande risultato ed è andato a prenderselo sul traguardo del secondo Trofeo Moto Riders di Gardolo, corsa per Allievi che ha chiuso il lungo weekend all’insegna del ciclismo giovanile proposto dal Club Ciclistico presieduto da Renato Beber.

Mottes festeggiato dal direttore sportivo Alberto Pellegrini
Mottes festeggiato dal direttore sportivo Alberto Pellegrini

Il classe 2005 di Mezzolombardo, tesserato per l’Unione Sportiva Montecorona, è stato tra i promotori della fuga di sedici atleti che è poi risultata decisiva e nel finale è riuscito a resistere al forcing operato in salita dai bolzanini Andrea Pizzato e Filippo Serafini, per poi imporsi nella volata a ranghi ristretti che ha incoronato il vincitore.
Erano 56 i chilometri da percorrere, con partenza in Piazza della Libertà a Gardolo. Nel mezzo, i 54 concorrenti in gara sono stati chiamati a coprire 13 tornate di un circuito pianeggiante ricavato nella zona industriale di Spini, a precedere la doppia scalata alla Lazzera.
Dopo quattro tornate sono stati i corridori di Veloce Club Borgo (con Filippo Pasini e Daniele Fratton), Ciclistica Dro (con il sempre generoso Marco Pezzani) e Uc Valle di Cembra (con Mattia Santini) ad accendere la miccia.

I promotori della fuga, poi risultata decisiva
I promotori della fuga, poi risultata decisiva

Il quartetto ha guadagnato qualche secondo sul gruppo, da cui sono poi usciti altri dodici corridori, ovvero Lorenzo Mottes (Montecorona), Mirko Marchiori (Ciclistica Dro), Andrea Pizzato e Simone Fracchetti del Gs Alto Adige, Andrea Donà, Filippo Serafini, David Sanin e Daniel Rabensteiner della Libertas Laives, Nicolò Cuel ed Elia Andreaus del Veloce Club Borgo, Alberto Brunelli (Bruno Gaiga) e Alessio Mingardo (Monselice).
Davanti si è così formato un drappello di 16 atleti, che si sono giocati il successo, mentre il gruppo perdeva terreno chilometro dopo chilometro. Alcuni degli attesi protagonisti, il valsuganotto Thomas Capra e Valentino Kamberaj su tutti, sono rimasti tagliati fuori dai giochi per la vittoria, complice la presenza di loro compagni tra i battistrada.

I fuggitivi in azione (foto ciclismo.sportrentino.it)
I fuggitivi in azione (foto ciclismo.sportrentino.it)

Pizzato ha provato a sfruttare le proprie doti di grimpeur per fare la differenza in salita, vincendo il Gpm intitolato alla memoria di Aldo Moser. A ricordarlo, nel migliore dei modi, è stato un atleta della società di Palù di Giovo, tanto cara ad Aldo e alla dinastia dei Moser.
Il suo nome è Lorenzo Mottes, che ha stretto i denti in salita e ha poi dominato lo sprint finale a ranghi ristretti, tenendosi alle spalle il sempre combattivo Andrea Pizzato (alla sesta top 3 della stagione) e la sorpresa David Sanin (Libertas Laives), che a Gardolo ha brindato al primo podio del 2021 tenendosi alle spalle uno dei grandi favoriti, Elia Andreaus del Veloce Club Borgo.

Elia Andreaus dialoga a fine gara con il diesse Nico Pasini
Elia Andreaus dialoga a fine gara con il diesse Nico Pasini

Il volto più sorridente al traguardo, però, è stato quello di Lorenzo Mottes, che dopo due secondi posti è riuscito a centrare il bersaglio grosso. Il primo ad abbracciarlo è stato il suo direttore sportivo Alberto Pellegrini, che aveva indicato la via della vittoria al suo corridore: «Questo arrivo è fatto su misura per te» aveva detto Pellegrini a Mottes. Così è stato.

Il podio con Lorenzo Mottes al centro
Il podio con Lorenzo Mottes al centro

Ordine d’arrivo

1. Lorenzo Mottes (Us Montecorona) 56 km in 1h18’00” (media 43,077 km/h)
2. Andrea Pizzato (Gs Alto Adige)
3. David Sanin (Libertas Laives)
4. Elia Andreaus (Veloce Club Borgo)
5. Andrea Donà (Libertas Laives)
6. Marco Pezzani (Ciclistica Dro)
7. Nicolò Cuel (Veloce Club Borgo)
8. Filippo Serafini (Libertas Laives)
9. Mirko Marchiori (Ciclistica Dro)
10. Simone Fracchetti (Gs Alto Adige)

Autore
Luca Franchini
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