Coppa del Mondo MTB: Downhill dominato dai fratelli Atherton
La tappa in suolo italiano, della coppa del mondo di MTB, disputatasi nel magnifico scenario della Val di Sole, si è chiusa con la più spettacolare delle prove, ovvero il Downhill, specialità estrema, che vede gli atleti scendere in una prova a cronometro, da pendii scoscesi nel mezzo di un bosco, in sella ad una mountain bike. Ad imporsi sono stati i due fratelli Atherton, Gee e la sorella Rachel. In campo giovanile oro per un australiano.
Una disciplina adrenalinica
Oltre a dover correre per battere i propri avversari staccando un tempo strepitoso, bisogna fare soprattutto attenzione alla propria vita, infatti le possibilità di farsi del male sono notevoli. Tali caratteristiche fanno si che in molti non lo giudichino un vero e proprio sport, ma piuttosto una “disciplina”, e forse tale peculiarità fa sì che queste gare non siano ancora ammesse ai giochi olimpici. Una limitazione che, tuttavia, non toglie di certo fascino a queste gare, che sono seguite da un pubblico appassionato e numeroso, ma che soprattutto va in visibilio per le prestazioni dei propri eroi.
Il tracciato scelto è considerato fra i più difficili al mondo, una pista nera. I nomi dei punti “strategici” sono molto evocativi (The Wall, Black Snake, The Hell) e se si sale nel bosco e si osserva da vicino il percorso, si capisce il perché. Sembra impossibile poter scendere in bicicletta da questo pendio, addirittura farla a piedi, senza scarponcini da trekking, è un po’ complicata: 800 metri di dislivello, tutti in discesa, per circa 4 km di lunghezza, ovviamente sterrati nel bosco fitto e oscuro, con notevoli rischi di andare a cozzare contro i maestosi alberi che caratterizzano i boschi di Commezzadura, rivestiti per l’occasione da speciali materassini di plastica rigida di colore rosso. Il tuffo verso il basso sembra infinito, ma la discesa la si completa in poco meno di 4 minuti, si ha si e no il tempo di respirare.
È certamente uno sport da duri, forse è più corretto dire da "matti da legare", per atleti che non hanno paura del rischio, e gli atleti italiani della specialità sono davvero pochi. Le classifiche mondiali son dominate da atleti britannici, americani, francesi, australiani, italiani se ne vedono davvero pochi.
Alta tensione prima del via
Alla partenza, dalla stazione intermedia della telecabina di Daolasa, gli atleti si preparano al meglio, chi si riscalda sotto gli attenti occhi dell’allenatore, come fanno gli australiani, chi invece si apparta e ascolta musica, come la brasiliana de Souza Oliveira (e dubitiamo fortemente che si spari della Salsa o del Samba nelle orecchie), oppure chi parla con i colleghi. Non è nemmeno facile avvicinarli e intervistarli, non tanto per la loro attitudine, se li si conosce sono degli atleti alla mano e squisiti, ma più che altro per il rispetto che si ha verso coloro che sfidano la natura come osano far loro. La biondissima americana Jacqueline Harmony, 35 anni, ripassa mentalmente ad occhi chiusi il percorso, assecondando con le mani i vari passaggi nel bosco, la si osserva in religioso silenzio. Finito l’esercizio si lascia fare un paio di domande, e mi viene più che normale chiederle a quanti battiti arriva il suo cuore durante la discesa mozzafiato. Con un sorriso a 32 denti, mi dice che durante la discesa lei il cuore non c’è l’ha, ma poi mi spiega che l’ideale sarebbe stare in una soglia tra 140 e 160 battiti al minuto, ma che in definitiva è impossibile, e lei non vuole nemmeno sapere a quanto va il suo durante la discesa infernale. La canadese di origine italiana Micayla Gatto, invece, si lascia fotografare in atteggiamenti da diva, e da questo si capisce quanto siano simpatici e alla mano gli atleti di questa specialità.
Si rompono gli indugi e si comincia con la folle discesa, di quella che viene paragonata alla mitica «Streif» di Kitzbuehel.
Il dominio dei fratelli scozzesi
Le gare più importanti, la maschile elite, e la femminile open, sono dominate da due fratelli, gli «Atherton Brothers», che si aggiudicano con pieno merito la vittoria nelle prove Downhill. I due fratelli britannici si regalano così una domenica bestiale, una settimana dopo il duplice trionfo nella gara di casa, a Fort William. Inoltre, se Rachel si era già imposta lo scorso anno in Val di Sole, il fratello maggiore Gee negli ultimi anni aveva dovuto lasciare il gradino più alto al connazionale Marc Beaumont, oggi davvero sottotono, soltanto 57°, e allo statunitense Aaron Gwin. Gee Atherton attendeva legittimamente da tempo di conquistare il primo posto a Daolasa, e in questa circostanza ci è riuscito. Una giornata così in Val di Sole, i due funamboli di Salisbury l'avevano però già vissuta nel 2008, quando la località trentina aveva ospitato i Campionati Mondiali, un evento che potrebbe tornare in futuro lungo il Noce nel giro di qualche anno.
Gee Atherton, dopo aver fatto segnare il miglior tempo già nelle qualificazioni, oggi ha divorato la «Black Snake» con il superbo tempo di 3'12”185, non sbagliando praticamente nulla e facendo segnare i migliori parziali in entrambi gli intertempi. Alle sue spalle, distanziato di un secondo, il canadese Steve Smith, con il campione mondiale in carica, il sudafricano Greg Minnaar, a completare il podio. Tutto secondo programma, o quasi: principale delusione della gara maschile si è rivelato lo statunitense Aaron Gwin, reduce da trionfi consecutivi a Daolasa, ma oggi incapace di esprimersi ai massimi livelli, tanto da chiudere al 6° posto. Il migliore degli italiani, il valdostano Lorenzo Suding, 16° a 9”895 dal vincitore, e a seguire al 50° Marco Milivinti.
Ben più netta la vittoria della sorella Rachel Atherton tra le donne. La 25enne britannica, scesa per ultima in virtù del miglior tempo nelle qualifiche di venerdì, curva dopo curva ha polverizzato il sogno di ben quattro atlete francesi di monopolizzare il podio, rifilando 5”235 a Emmeline Ragot e ben 12”053 a Florian Pugin, con le altre due transalpine Morgane Charre e Myriam Nicole al quarto e al quinto posto. L'unica azzurra in gara, la 21enne emiliana Alia Marcellini, ha chiuso al 15° posto a 41”857 dalla fuoriclasse britannica, raccogliendo così finalmente i primi punti per la classifica di Coppa del Mondo.
Un australiano si impone nella prova junior
A spezzare la totale egemonia britannica, ci ha pensato il 18enne australiano Dean Lucas, soltanto nono nelle qualifiche di venerdì, vincitore nella prova maschile junior. La gara dei più giovani ha riservato moltissime emozioni anche per via dei distacchi molto contenuti, tenendo col fiato sospeso il folto pubblico che fin dal mattino ha preso d'assalto il percorso di Commezzadura. Con soli 16 centesimi di margine da Lucas ha concluso la propria prova, battendo il favorito della vigilia, il britannico Phil Atwill, autore di un ottima qualifica, ma oggi ha pagato a caro prezzo un primo minuto di gara sottotono. Con meno di 19 centesimi di distacco si è piazzato al terzo posto lo statunitense Luca Shaw, 16 anni compiuti a dicembre e un futuro radioso davanti a sé. Buoni ed inaspettati segnali pure dalla squadra italiana, a cominciare dal 5° posto del ligure Gianluca Vernassa e proseguendo con il 14° dell'emiliano Simone Medici e il 16° del piemontese Francesco Colombo.
Si è conclusa più che positivamente una manifestazione, che ha dimostrato l’efficienza e la volontà di ben figurare da parte della macchina organizzativa locale, e che ha mostrato a tutto il mondo che il Trentino è anche sinonimo di sport.
Ordine d'arrivo Uomini Elite: 1. Gee Atherton (Gbr) 3'12”185; 2. Steve Smith (Can) a 1”001; 3. Greg Minnaar (Rsa) a 1”250; 4. Loic Bruni (Fra) a 2”471; 5. Troy Brosnan (Aus) a 4”121; 6. Aaron Gwin (Usa) a 4”123; 7. Josh Bryceland (Gbr) a 5”280; 8. Florent Payet (Fra) a 6”341; 9. Michael Hannah (Aus) a 6”442; 10. Markus Pekoll (Aut) a 6”501.
Ordine d'arrivo Donne Elite: 1. Rachel Atherton (Gbr) 3'43”810; 2. Emmeline Ragot (Fra) a 5”235; 3. Floriane Pugin (Fra) a 12”053; 4. Morgane Charre (Fra) a 14”233; 5. Myriam Nicole (Fra) a 15”495; 6. Casey Brown (Can) a 16”060; 7. Manon Carpenter (Gbr) a 18”355; 8. Emilie Siegenthaler (Sui) a 20”180; 9. Zarja Cernilogar (Slo) a 21”090; 10. Micayla Gatto (Can) a 24”639.
Ordine d'arrivo Uomini Junior: 1. Dan Lucas (Aus) 3'24”630; 2. Phil Atwill (Gbr) a 0”160; 3. Luca Shaw (Usa) a 0”188; 4. Loris Vergier (Fra) a 2”498; 5. Gianluca Vernassa (Ita) a 3”788; 6. Daniel Algarra Navarro (Esp) a 5”770; 7. Mark Wallace (Can) a 6”004; 8. Stephen McCormack (Irl) a 6”265; 9. Luke Ellison (Aus) a 6”611; 10. Alexandre Fayolle (Fra) a 7”317.
Tutte le foto pubblicate in questa pagina sono state scattate da Sandro Botto