Nibali il cannibale: domina la cronoscalata da Mori a Polsa
di Sandro Botto
La 18° tappa del Giro d’Italia 2013, è l’unica che si corre interamente nella provincia di Trento, è la più breve di tutte, ma si preannuncia fra le più importanti di questa 96° edizione della seconda manifestazione per importanza dell’ UCI World Tour, seconda soltanto al rinomatissimo Tour de France. Il clima mattutino è sicuramente dei migliori, nella borgata di Mori, il tempo è perfetto, giornata soleggiata e temperatura di circa 25°, di certo la miglior giornata dal punto di vista meteorologico fra le tappe corse nel nord Italia. Verso mezzogiorno iniziano ad arrivare gli atleti delle varie squadre, per apprestarsi con il riscaldamento.
Seppur sia breve la tappa, soltanto 20,6 km, si tratta di una cronoscalata insidiosa e molto tecnica, e che potrebbe portare degli sconvolgimenti in classifica. La sensazione di vari addetti ai lavori, è quella che questa tappa potrebbe risultare decisiva nell’assegnazione del 96° giro d’Italia. La partenza dell’ Up-Hill time trial, viene dato dalla bella struttura del velodromo di Mori a quota 187 m/slm. Dopo circa un km di falso piano, il percorso inizia ad inerpicarsi per circa 8 km sino all’intertempo di Brentonico, con una media del 6,6% di pendenza. Dopo l’intertempo c’è nuovamente un falso piano per circa 5 km, con pendenza media dell’ 1,6% e con una bella discesa iniziale che porta alla località Fontchel. A seguire c’è la parte più difficile della tappa, circa 7 km di salita continua, alla media del 6,6%, ma con un tratto di circa mezzo km con la pendenza del 10%, subito dopo la località Prada. L’interminabile salita, si chiude a quota 1205 in località Polsa, nota località turistica sul monte Baldo.
Il primo a partire, alle 13,15 è Rafael Andriato della Vini Fantini-Selle Italia, 172° in classifica, ben presto superato dall’inseguitore Miguel Mìnguez della Euskaltel-Euskadi, partito un minuto dopo di lui, capace di un tempo di 48’ 55” e che resterà in testa alla gara per circa un quarto d’ora. Il tempo di Mìnguez è battuto da quello di Steve Cummings, autore di un ottimo 47’ 08”. Ma anche la leadership di tappa di Cummings è destinata a crollare, grazie alla ottima prova di Eros Capecchi, il primo capace di abbattere il muro dei 47 minuti, ma la sua gioia è destinata a durare poco, perché il campione italiano a cronometro Dario Cataldo, fa segnare al cronometro le cifre di 46’ 10”. Presto anche lo specialista Cataldo viene detronizzato per soli 5” dalla magistrale prova di Stef Clement, il quale corre per i colori della Blanco Pro Cycling.
Ma il primato del tempo in questa tappa, prende nuovamente i colori di un altro atleta azzurro, Damiano Caruso (Cannondale), il primo ad abbattere il muro dei 46 minuti, con un tempo che pare difficile da superare di 45’ 49”. Il primato di Caruso, potrebbe anche essere quello definitivo, anche a causa del repentino cambiamento climatico, che sta sopraggiungendo e che interesserà le performance degli atleti meglio posizionati in classifica, che partiranno ovviamente fra gli ultimi. Ma le possibili certezze di Caruso, arrivato poi terzo in classifica, vengono infrante dalla prova dell’uomo di classifica della Euskaltel-Euskadi, Samuel Sànchez, capace del tempo di 45’ 27”, che grazie anche all’inasprirsi delle condizioni meteo, pare davvero un tempo imbattibile. Iniziano a delinearsi le prestazioni dei vari uomini in classifica, e pare che nessuno possa intimorire l’ottimo tempo dello spagnolo Sànchez, tranne la notizia del miglior tempo ottenuto dalla maglia rosa Vincenzo Nibali, presso il paese di Brentonico. Il campione siciliano è partito fortissimo, già sui primi tre tornanti per la frazione di Besagno, ha dimostrato di essere in giornata, e il ritmo rispetto ai suoi due avversari più vicini in classifica generale, è sicuramente più forte, lo si può notare anche senza l’aiuto del cronometro. Ma l’incertezza del meteo, la pioggia che cade a dirotto subito dopo Brentonico, e l’insidia della piccola discesa del Fontechel, potrebbero rovinare la festa della maglia rosa. Nel frattempo la temperatura ha un notevole abbassamento, alla Polsa i gradi sono meno di 10, e siamo ben lontani dai 25 gradi e dalla magnifica giornata primaverile con la quale erano partiti i primi 100 atleti. All’arrivo giungono anche le notizie della prova incolore di Cadel Evans, che nonostante i tre minuti di differenza fra la sua partenza e quella di Nibali, a lungo andare potrebbe rischiare di farsi sorpassare. Anche le notizie della prova non eccezionale di Rigoberto Uran Uran, giungono a tutti, e pare che i giochi si possano ricondurre ad una sfida a due, Sànchez e Nibali. Nel frattempo giunge Scarponi, ottimo tempo per lui, a 23” da Sànchez. Arriva anche la notizia dell’ottima salita che sta facendo il polacco Rafal Majka, che chiaramente punta alla maglia bianca indossata dal colombiano Betancour. Il polacco è anche incoraggiato da un bel gruppo di suoi tifosi connazionali che lo attendevano sin dal 3° tornante della salita, accampatisi lì con alcuni camper già dal giorno precedente.
All’arrivo si parla soltanto di due cose, del volto teso di Sànchez, che attende l’arrivo dei migliori in classifica, e spera ardentemente di sugellare con il primo posto questa sua bella prova, e della possibilità di Nibali di sorpassare il suo diretto interessato Cadel Evans, e solo quello basterebbe a sancire che il “cannibale” Vincenzo, avrebbe inferto un distacco di ben tre minuti al suo diretto avversario in classifica. Ma Nibali è inesorabile, affronta la breve discesa bagnata alla velocità di punta di 70 km/h e sale verso la Polsa, con un piglio da vero campione. Taglia il traguardo con un tempo a dir poco immaginabile, 44’ 29”, infliggendo quasi un minuto ( 58”) a Sànchez, unico vero concorrente diretto della tappa. Lascia Caruso a 1’20”, Scarponi a 1’21”, 1’25” a Majka, il quale conquista la maglia bianca. In vista della classifica finale, il minuto e 26” inflitto ad Uran Uran, è un segnale inequivocabile delle possibilità finali di Nibali. La grigia prova di Evans, soltanto 25° a 4’02”, mette anche a rischio la seconda posizione in classifica generale dell’australiano, rispetto ad Uran Uran, ormai a soli 10” dal vincitore del tour 2011, capitano della BMC.
Da notare l’imperdonabile errore alla partenza della maglia azzurra Stefano Pirazzi, il quale si presenta ai blocchi di partenza con ben 5 minuti di ritardo, errore che gli farà perdere circa 100 posizioni nella classifica di tappa.
Per lo squalo Vincenzo Nibali, giornata da incorniciare, prima vittoria di tappa del giro 2013, e forte consolidamento della sua leadership in classifica generale. Nonostante le prossime salite, pare che il suo giro sia ormai in discesa.
Classifica di tappa
1. Vincenzo Nibali (Ita) Team Astana, 20.6km in 44’29”
2. Samuel Sánchez (Spa) Euskaltel-Euskadi 58s
3. Damiano Caruso (Ita) Cannondale Pro Cycling 1’20”
4. Michele Scarponi (Ita) Lampre-Merida 1’21”
5. Rafal Majka (Pol) Team Saxo-Tinkoff 1’25”
6. Rigoberto Urán (Col) Team Sky 1’26”
7. Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale 1’32”
8. Stef Clement (Ned) Blanco Pro Cycling 1’36”
9. Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1’41”
10. Danilo Di Luca (Ita) Vini Fantini-Selle Italia 1’52”
Classifica generale
1. Vincenzo Nibali (Ita) Team Astana
2. Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 4’02”
3. Rigoberto Urán (Col) 4’12”
4. Scarponi (Ita) Lampre-Merida 5’14”
5. Niemiec (Pol) Lampre-Merida 6’09”
6. Majka (Pol) Team Saxo-Tinkoff 6’45”
7. Betancur (Col) AG2R La Mondiale 6’47”
8. Santambrogio (Ita) Vini Fantini-Selle Italia 7’30”
9. Intxausti (Spa) Movistar Team 8’36”
10. Sánchez (Spa) Euskaltel-Euskadi 9’34”