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Addio a Stefano Casagranda, il «Champion» di Borgo Valsugana

«Grazie di tutto Champion, è stato un onore averti come Presidente». Il Veloce Club Borgo, il "suo" Veloce Club Borgo, ha salutato così Stefano Casagranda, che oggi ha lasciato il gruppo all'età di 52 anni, dopo aver lottato fino all'ultimo, a testa alta, contro una brutta malattia.

Poco più di due settimane fa, Stefano era sul palco premiazioni della Coppa d'Oro. «So che voi andrete avanti...», così si è espresso dopo aver celebrato l'ennesimo successo di un evento che ha contribuito a far diventare grande, uno dei suoi più grandi motivi d'orgoglio. Aveva lasciato intendere che, per lui, sarebbe arrivata presto l'ora di salutare, con la consapevolezza però di aver dato tutto, fino all'ultimo.
«Stefanone» era uno di quelli che non mollava mai. Un fidato compagno di squadra, un appassionato dirigente e tifoso del ciclismo. Era quello di cui il movimento delle due ruote ha ed avrà sempre bisogno: per questo il suo ricordo andrà tenuto vivo, onorato.
«Rendeva belle anche le giornate di pioggia, rendeva spiritosa la fatica», così lo ricorda l'ex compagno di squadra, ma soprattutto grandissimo amico, Gilberto Simoni, che nello scorso weekend aveva partecipato alla festa organizzata per Stefano a Borgo Valsugana, alla presenza di tanti altri big del passato e del presente dello sport delle due ruote.
I suoi tifosi e gli appassionati di ciclismo ricordano i suoi successi in una tappa della Parigi-Nizza del 1996 (prima vittoria tra i “pro”, in maglia Mg), al Giro del Trentino nel 1998, alla Vuelta Castilla y Leon nel 2000, ma pure quelle conquistate al Giro di Danimarca nel 2001 e al Regio Tour nel 2002. Stefano Casagranda è stato professionista dal 1996 al 2004, difendendo i colori della Mg Boys, della Riso Scotti, dell'Amica Chips, della Alessio e della Saeco.

Stefano Casagranda (a destra) assieme a Simoni e ad Alessandro Bertolini ai tempi della Saeco
Stefano Casagranda (a destra) assieme a Simoni e ad Alessandro Bertolini ai tempi della Saeco

Una buona carriera, frutto della propensione alla fatica, della grinta e della tenacia, che in uno sport come il ciclismo differenziano i buoni atleti dai campioni. Qualità che rimangono nel cuore di chi ama e segue lo sport delle due ruote e che hanno permesso a Stefano di pedalare a testa alta fino all’ultimo giorno della sua vita. Di essere non solo un ottimo ciclista, ma anche un apprezzato dirigente, che ha contribuito a rendere grande il “suo” Veloce Club Borgo, a trasmettere la passione per le due ruote a tanti ragazzi, non ultimo ai figli Nicolò, che ha poi smesso, e alla ventunenne Andrea, professionista delle due ruote in rosa con la BePink, fidanzata del promettente scalatore della Red Bull-Bora Hansgrohe Giulio Pellizzari. A loro, e alla moglie Caterina, va l'abbraccio di tutto il mondo del ciclismo trentino. A Stefano, invece, un enorme «grazie».

Autore
Luca Franchini
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