Giro d'Italia: la tappa trentina riapre tutto e celebra Scaroni
Richard Carapaz e Simon Yates riaprono il Giro d’Italia, nella giornata del ritiro di Roglic, della resa di Ayuso, della crisi della maglia rosa Del Toro e, non ultimo, del primo successo azzurro nell’edizione 2025 della corsa rosa. Meglio parlare di trionfo, perché a San Valentino di Brentonico c’è l’arrivo in parata dei due portacolori dell’Astana Christian Scaroni e Lorenzo Fortunato, seguiti al terzo posto dal marchigiano Giulio Pellizzari, che nel finale si sgancia dall’ormai ristretto gruppo dei big e da qui in avanti sarà chiamato a reggere le sorti della menomata Red Bull-Bora Hansgrohe.
I due grandi favoriti della vigilia, Roglic e Ayuso (lo spagnolo è ancora in gruppo ma lontano in classifica), sono fuori dai giochi. Il terzo, Del Toro, scricchiola.
La tappa trentina, la più dura delle venti in programma sotto il profilo altimetrico, rimescola le carte in tavola. In assenza dei “mammasantissima” del ciclismo moderno, Pogacar su tutti, la lotta è aperta. C’è chi si entusiasma, chi parla di “Giretto” d’Italia. Non c’è il parterre da Tour de France, lo spettacolo è dato dall’incertezza. Godiamoci quel che c’è, la sfida generazionale tra il giovane Del Toro e i più esperti Carapaz e Yates. Gli italiani? Il “vecchio” Caruso paga 2’31”, Tiberi quasi 4’00”. Pellizzari risale al nono posto della classifica generale e l’impressione è che, a Roma, potremmo trovarlo davanti ai due portacolori della Bahrain-Victorious.
La frazione scattata da Piazzola sul Brenta, nel Padovano, rimette tutto in discussione, apre nuovi scenari. La battaglia, lunga 203 chilometri e con quasi 5000 metri di dislivello da coprire, si apre sotto la pioggia, che mette in difficoltà i corridori. Il britannico Joshua Tarling finisce contro un guardrail a Sarcedo, nel Vicentino, ed è costretto al ritiro. Il corridore della Csf Bardiani Alessio Martinelli, che al pari dell’inglese era riuscito a entrare nella fuga di giornata, va addirittura oltre le protezioni che delimitano la carreggiata e finisce in un fosso, lungo la discesa da Carbonare verso Trento. Grande paura per lui, ma fortunatamente (miracolosamente) nulla di rotto. Poi tocca a Roglic, che dopo la crisi di domenica scorsa cade per la terza volta in questa edizione del Giro e dice addio ai sogni di gloria.
Sul Monte Velo si sgretola il drappello dei battistrada, che avevano preso il largo nella prima parte della tappa, alla presenza della coppia dell’Astana Scaroni-Fortunato, del belga Wout Van Aert e dei due fratelli trentini della Polti VisitMalta Mattia e Davide Bais, in cerca di gloria sulle strade di casa. Davide, che al Giro aveva vinto nel 2023 la tappa con arrivo a Campo Imperatore, mollerà la presa dopo la salita di Candriai, Mattia sulle prime rampe del Monte Velo, dove nel gruppo maglia rosa crolla Ayuso.
Da lì all’arrivo è una lotta di sopravvivenza. Davanti, lungo l’ascesa che da Mori porta a San Valentino, rimangono in tre: Scaroni e Fortunato mettono in croce l’ecuadoriano Cepeda (Movistar) e s’involano verso il traguardo.
Dietro prima Yates e poi l’altro ecuadoriano Carapaz attaccano Del Toro, che risponde all’inglese della Visma Lease a Bike, non allo scalatore classe 1991 (compirà 32 anni domani) della Ef Education, che non aveva nascosto di puntare ancora al bersaglio grosso. L’esperienza aiuta in una grande gara a tappe, soprattutto nella terza, decisiva, settimana.
Prima dei forcing di Yates e Carapaz, c’era stato l’allungo del ventunenne marchigiano Giulio Pellizzari, fidanzato della trentina (ciclista pure lei) Andrea Casagranda, figlia dell’ex professionista valsuganotto Stefano Casagranda. Il giovane rampollo della Red Bull-Bora Hansgrohe chiude terzo a 55” da Scaroni e Fortunato e rientra nella top 10 in classifica generale. Il suo Giro d’Italia inizia adesso. Purtroppo, viene da dire.
Pellizzari è a 4’36” da Del Toro, che perde oltre 1’30” da Carapaz e quasi un minuto da Yates, ora distanti rispettivamente 31” e 26”. Domani la carovana riparte da San Michele all'Adige. E si salirà ancora.