L'Inferno di Moscon manda Colbrelli in Paradiso
Un inferno di pioggia, fango, cadute, sofferenza: la tortuosa via per approdare in Paradiso. È il fascino della Parigi-Roubaix. La regina delle classiche ha regalato un posto tra le stelle del firmamento ciclistico a Sonny Colbrelli, che può benedire la sfortuna di Gianni Moscon.
Il trentino recrimina, il bresciano esulta. Un’immagine immortalata dai fotografi all’arrivo, con il 27enne di Livo costretto ad accontentarsi del quarto posto e a guardare il campione europeo alzare le braccia al cielo nel celebre velodromo di Roubaix. Moscon, in quel momento, era poco dietro, con un giro di pista ancora da coprire, con chissà con quali pensieri per la testa. Poteva esserci lui al posto di Colbrelli, quello sicuramente lo avrà pensato, perché poteva davvero essere così.
È stata una delle corse più belle degli ultimi anni, resa epica da pioggia, fango, cadute. Una di queste è costata cara a Moscon, che ha visto cambiare la sua corsa nel breve volgere di cinque chilometri.
Dal Paradiso all'Inferno in cinque minuti
Gianni è passato dal Paradiso all’inferno in poco più di un batter d’occhio. Dalla possibile impresa alle recriminazioni. Il 27enne di Livo aveva staccato tutti, rimanendo tutto solo a 53 chilometri dal traguardo, dopo aver fatto corsa di testa, sempre davanti nei tratti in pavé, proprio per evitare pericoli e rischi.
Poi una foratura, a 30 chilometri dall’arrivo, quando aveva 1’15” di vantaggio sui primi inseguitori, guidati dall’indiavolato Mathieu Van der Poel.
Gianni ne ha mantenuti 40, che probabilmente gli sarebbero bastati. Non è stato così, perché pochi minuti dopo Moscon è scivolato sul fango, come su una lastra di giacchio. Il corridore noneso si è rialzato, ha ripreso a pedalare, a quel punto con appena 14” di margine. È riuscito a resistere al tentativo di rimonta del terzetto composto da Van der Poel, Colbrelli e Vermeersch fino a 17 chilometri dal traguardo, dopo averne coperti 34 da solo.
Lì è stato ripreso, lì ha sentito il fango coprirgli le ruote, frenargli la pedalata, coprirgli gli occhi, bloccargli le gambe. Poco dopo il noneso è stato costretto ad abdicare, di fronte al forcing del campione europeo Colbrelli.
Poteva essere un’impresa, la giornata che vale un’intera carriera. Non lo è stata. Gianni si è dovuto accontentare di un quarto posto, che migliora il quinto del 2017 (conquistato al secondo anno tra i professionisti) e che ne conferma il feeling con la regina delle classiche.
Appuntamento al 2022, in maglia Astana
Il trentino ci riproverà nel 2022 con la nuova maglia dell’Astana, cercando di riportare un trentino sul gradino più alto del podio della regina delle classiche a distanza di oltre quarant’anni dall’ultima volta, dal tris consecutivo di Francesco Moser, vittorioso a Roubaix dal 1978 al 1980.
Ora Moscon conosce la via per la gloria. Ha visto da vicino la luce del Paradiso. Per conquistarlo bisognerà ripassare dall’Inferno, sperando che la sfortuna – la prossima volta - consenta il transito.
Intanto esulta Colbrelli
A esultare, intanto, è Sonny Colbrelli, che nella decisiva volata a tre ha preceduto il belga Vermeersch e il grande favorito della vigilia Van der Poel. Il bresciano ha vinto la "Roubaix" alla prima partecipazione, conquistando la sua prima vittoria in una classica Monumento. Chapeu.
Il campione europeo ha riportato il trofeo del vincitore in Italia a distanza di 22 anni dall'ultima volta, quando a imporsi (nel 1999) fu Andrea Tafi, già secondo dodici mesi prima alle spalle di Franco Ballerini.
Ordine d'arrivo
1. Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious) 257,7 km in 6h01'57" (media 42,719 km/h)
2. Florian Vermeersch (Lotto Soudal)
3. Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix)
4. Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) a 44"
5. Yves Lampaert (Deceuninck Quick Step) a 1'16"
6. Christophe Laporte (Cofidis)
7. Wout Van Aert (Jumbo Visma)
8. Tom Van Asbroeck (Israel Start Up Nation)
9. Guillaume Boivin (Israel Start Up Nation)
10. Heinrich Haussler (Bahrain Victorious)