L’appello delle società: «i ragazzi hanno bisogno delle corse»
La voglia di tornare a correre è tanta. Le priorità sono altre, ma tra i dirigenti delle società trentine sta crescendo la preoccupazione. Da un lato quella legata alle difficoltà a cui si dovrà andare in contro per organizzare le prossime manifestazioni. Dall’altra quella che riguarda il rischio di perdere per strada atleti, il motore del movimento ciclistico.
Che il 2020 sarà una stagione anomala per gli appassionati dello sport delle due ruote è cosa assodata. Che si dovrà attendere prima di assistere a una normale corsa di gruppo altrettanto. Ma da parte dei club c’è la massima disponibilità a trovare format alternativi, a percorrere nuove strade, pur di vedere nuovamente i propri atleti con un dorsale sulla schiena.
Tra le società più rappresentative del Trentino c’è il Veloce Club Borgo, che può vantare un vivaio rigoglioso e pure l’organizzazione di numerosi eventi, su tutti la Coppa d’Oro. La classicissima del ciclismo giovanile - capace di richiamare in Valsugana oltre 2000 atleti in due weekend (contando anche la Coppetta d’Oro per Giovanissimi, la Coppa di Sera per Esordienti e la Coppa Rosa per Allieve) – è in programma in settembre, ma il rischio di dover dare l’arrivederci al 2021 è alto.
«Cerchiamo di essere fiduciosi, io lo sono per natura, ma è chiaro che un po’ di pensieri ci siano in questo momento – spiega Stefano Casagranda, presidente del club borghigiano – La nostra manifestazione, per metà, si regge sui proventi della festa patronale di San Prospero del mese di luglio. È chiaro che, saltando quella, ci vedremmo costretti a ricorrere a un mutuo per fare la Coppa d’Oro e non siamo intenzionati a percorrere questa strada. Quest’anno è difficile pensare al regolare svolgimento della Coppa d’Oro, ma almeno una gara per Allievi vorremmo farla».
Qualcosa, però, bisognerà fare. «Io credo che da metà luglio-inizio agosto si potrà tornare a gareggiare, si tratterà di capire come – aggiunge Casagranda – Lo dobbiamo fare per i nostri atleti, per dare loro una prospettiva, un motivo ai sacrifici che hanno fatto allenandosi fino ad ora, altrimenti rischiamo di perderne un 30%. Non vedo perché si possa pensare di disputare il Tour de France e non una gara giovanile. Non vedo perché ci possano essere delle cene tra amici e non un evento di ciclismo. Si tratta di trovare il modo, per correre in sicurezza».
È preoccupato per i ragazzi anche il presidente del Cc Francesco Moser Giuseppe Zoccante, per lunghi anni a capo del Comitato Trentino della Federciclismo, di cui è presidente onorario. Come ogni anno, Zoccante e il suo staff dovevano dare inizio alla stagione agonistica trentina con il Giro della Bolghera. Era tutto pronto, con 153 dilettanti e 90 Allievi già iscritti alle due corse messe in calendario a fine marzo, ma poi è arrivato lo stop a causa dell’emergenza sanitaria.
«Eravamo pronti, ma poi abbiamo dovuto rinunciare, come molti altri – spiega Zoccante – Mi spiacerebbe pensare a un 2020 senza Giro della Bolghera. Per questo siamo disposti a valutare altre possibilità pur di tenere in vita la manifestazione. Si potrebbe organizzare una cronometro sul circuito di gara, magari con classifica a squadre, cercando la formula migliore per garantire dei tempi non troppo elevati di chiusura delle strade».
Il format ideale per la ripresa dell’attività potrebbe essere proprio la cronometro individuale, che garantirebbe il distanziamento. «In quest’ottica potremmo pensare di riproporre anche la Trento-Ponte Alto o la cronoscalata del Doss Trento, il vecchio prologo del Giro del Trentino per amatori – precisa Zoccante – L’idea ci sono, le soluzioni si possono trovare. Si devono trovare se non vogliamo perdere dei ragazzi per strada. Siamo pronti a garantire il nostro impegno proprio per loro: perché senza giovani atleti non ci saranno nemmeno i campioni del domani. La tradizione trentina nel ciclismo è storica, radicata, e vogliamo che rimanga tale».
Disponibilità sì, a patto che le società non debbano far fronte a ulteriori responsabilità. La pensano così Casagranda e Zoccante, che invocano il sostegno da parte delle istituzioni politiche e sportive in tal senso. E la pensa così anche Fulvio Valle, da 52 anni impegnato come dirigente al Club Ciclistico Forti e Veloci, un’altra delle società che può vantare un ottimo numero di ragazzi tesserati.
«Da parte nostra c’è la disponibilità a organizzare una manifestazione – spiega Valle, che ha raccolto il testimone del compianto Silvano Dusevich alla presidente del club – I nostri ragazzi sono ansiosi di correre e dobbiamo fare qualcosa per loro. Quest’anno avremmo avuto uno stimolo in più per organizzare la Coppa Dusevich, per dedicarla alla memoria di Silvano. Purtroppo è andata come è andata, ma bisogna comunque cercare di fare qualcosa. L’importante è che le società non debbano vedersi caricate di ulteriori responsabilità, di nuovi adempimenti burocratici. Noi siamo disponibili: se ci verrà indicato un percorso su cui potremo gareggiare, senza dover fare migliaia di domande, richieste di permessi e così via, noi ci saremo».
Non ci sarà sicuramente nel 2020, invece, il Trofeo Alcide Degasperi, la classica internazionale per dilettanti organizzata in tandem da Us Aurora e Us Angarano, che ha già dato l’arrivederci al 2021.
Medesima sorte per la Tre Giorni Comano Dolomiti, che puntava a replicare il successo dello scorso anno, quello riscosso al termine della prima edizione. Il comitato organizzatore, che è presieduto da Angelo Zambotti e vede impegnata in prima linea la Società Ciclistica Storo, si è già detto disponibile a mettere in calendario la CronoBleggio, quella che sarebbe la seconda delle tre prove della Tre Giorni. La gara contro il tempo, che propone l’arrivo nel suggestivo borgo di Rango, debuttò nel 2018 e venne poi riproposta lo scorso anno all’interno della kermesse giovanile.
Nel 2021 potrebbe dunque vivere la propria terza edizione.