I corridori trentini ritrovano «le vibrazioni dell’asfalto»
Tornare a prendere il vento in faccia dopo quasi due mesi di lockdown, riassaporare il gusto di pedalare all’aria aperta. Riscoprire, di fatto, la straordinarietà della normalità perduta, ora ritrovata. Lunedì 4 maggio 2020 è una data che rimarrà a lungo impressa nella memoria di tanti. La ricorderanno sicuramente i ciclisti trentini, che da inizio settimana sono tornati a pedalare in strada, chi per semplice passione e chi anche per lavoro.
È il caso dei professionisti e di chi sta cercando di mettersi alla loro ruota, a caccia di un contratto da “pro”, come il volanese Samuele Zambelli e il rotaliano Samuele Rivi, entrambi classe 1998 ed entrambi all’ultimo anno da under 23.
Trentin: «ho bisogno di un tutorial»
«Ho bisogno di un tutorial che mi spieghi come frenare e fare le curve» racconta Matteo Trentin, che al pari dei colleghi è stato costretto ad allenarsi sui rulli per quasi due mesi. Ben altra cosa è pedalare all’aria aperta.
«I rulli non riescono a darti le sensazioni che puoi provare su strada, come le vibrazioni che avverti sull’asfalto» aggiunge il vice campione del mondo, che ha preso visione del calendario-gare ufficializzato dall’Uci nei giorni scorsi: apertura in agosto con la Strade Bianche, poi la Milano-Sanremo, il Tour de France, le altre grandi classiche in concomitanza con il Giro d’Italia, in ottobre.
«Tutto sarà concentrato in due mesi e mezzo – commenta il borghigiano del Team CCC, una delle squadre più colpite dalla crisi causata dall’emergenza da Covid-19 – Bisognerà fare una preparazione molto mirata, fare delle scelte precise. Non si può pensare di fare tutto. In squadra ognuno avrà i propri spazi e i propri obiettivi».
Intanto il borghigiano attende buone nuove dal suo team, la CCC, che è stata costretta a operare tagli significativi agli stipendi dei propri tesserati e membri dello staff. La ripresa dell’attività potrebbe rappresentare una svolta significativa. «Ce lo auguriamo tutti – conclude Trentin – Con la squadra stiamo cercando una soluzione. Spero di raggiungere un accordo a breve, in modo da potermi allenare senza altri pensieri per la testa»
Il neopro Mattia Bais: «è stato come tornare bambino»
«Non è mai stato così bello andare in bici». Mattia Bais è euforico nei primi giorni della fase 2, quella che ha segnato il ritorno all’attività motoria all’aria aperta. Il 24enne di Nogaredo è alla prima vera stagione da professionista, promosso a pieni voti (e ingaggiato) dall’Androni Sidermec dopo il positivo stage dello scorso anno.
«I 50 giorni passati a casa sui rulli mi hanno fatto capire la bellezza di questo sport, mi è sembrato di tornare bambino – spiega Bais – La squadra è sempre rimasta molto vicina a noi corridori. Tutti sono stati molto premurosi, attenti alla nostra salute. Ora si parla di ritorno alle corse in agosto e voglio essere fiducioso. Sto seguendo un programma mirato di allenamento con il mio preparatore di fiducia Andrea Fusaz, del CTFLab, per arrivare in forma alle prime gare».
Zambelli e Rivi: i due Samuele sognano il professionismo
Entrambi di nome fanno Samuele, entrambi sono classe 1998, entrambi sono stati chiamati a vestire la maglia azzurra dal Ct Cassani nelle ultime stagioni ed entrambi sognano di coronare il loro sogno sportivo, quello di firmare un contratto da professionista.
Samuele Zambelli e Samuele Rivi, al pari dei colleghi professionisti, sono tornati a pedalare a inizio settimana, con un obiettivo ben chiaro nella testa. Più difficile da raggiungere in una stagione fortemente condizionata dall’emergenza sanitaria.
Zambelli non ha comunque perso l’ottimismo e l’entusiasmo, che nel periodo di lockdown gli hanno permesso di non perdere di vista l’obiettivo.
«Le prime uscite in bici sono andate bene – racconta Zambelli, che difende i colori della formazione Continental italiana Iseo Rime Carnovali – Pensavo di avere un livello di forma più basso, invece mi sono sentito subito bene. Credo che l’impegno messo in questi giorni abbia pagato».
Ora la speranza è quella di tornare presto a gareggiare. «Con la squadra per il momento facciamo delle riunioni su Skype, ma principalmente per tenerci in contatto, vedere come stiamo – conclude Zambelli - Abbiamo parlato delle prime corse, ma al momento non ci sono certezze. Speriamo di iniziare con qualche gara in luglio. Lo spero davvero».
Si sta preparando per la ripresa dell’attività anche Samuele Rivi, rotaliano di Mezzolombardo, tesserato per la Continental austriaco Tirol Ktm Cycling. «è stata una bella sensazione tornare a uscire in bici, alzarsi sui pedali – spiega Rivi – Come tutti i ciclisti, non sono un grande fan dei rulli e delle pedalate virtuali, pertanto non mi sono allenato molto nel periodo di quarantena. Ora sto riprendendo gradualmente, come se fossimo a novembre».
La sua squadra è stata encomiabile nel supportare i propri atleti. «È stato proprio così - conferma Rivi – Devo solo ringraziare per il supporto che mi hanno dato in questo periodo. In Austria gli allenamenti si sono fermati solo un paio di settimane, mentre qui la situazione è stata molto più complicata Mi hanno spedito dei materiali da Innsbruck per avere tutte le bici a disposizione qui a casa, in caso avessi avuto dei problemi tecnici. In più mi hanno spedito la bici da cronomentro in modo che potessi perfezionare la mia posizione sui rulli, visto che sembra possibile una ripresa delle gare proprio con delle crono. Ci hanno sempre pagato gli stipendi e non è cosa da poco in questo periodo, visto che molte squadre in Italia sono state costrette a bloccare tutto. Anzi, a noi hanno già offerto il rinnovo del contratto per il 2021».
Zambanini e il lockdown sui libri, «ma che bello riscoprire la velocità»
Tra le giovani promesse del ciclismo trentino c’è Edoardo Zambanini, che è al primo anno da under 23 ed è alle prese con gli esami di maturità. Guardando al lato positivo della situazione, i circa due mesi di quarantena gli ha permesso di concentrarsi maggiormente sullo studio. «È stato un periodo difficile per tutti – spiega Zambanini, ex Ciclistica Dro e Campana Imballaggi, da quest’anno in forza alla Zalf Desirée Fior - Nel mio caso ha avuto anche un risvolto positivo. Mi sono potuto “fermare”, gestire meglio gli impegni sportivi e scolastici».
Come hai vissuto il lockdown? «I primi giorni sono stai i più duri perché ero abituato a essere immerso nella natura con la bici - replica Zambanini - Mi sono trovato rinchiuso nelle mura di casa, anche se fortunatamente ho un pezzo di giardino, che ho potuto sfruttare per rimanere all’aperto. Mi mancavano tanto la libertà, la velocità, la salita e la discesa. Il 4 maggio ho pedalato alla ricerca di tutto questo. È stato veramente emozionante, una delle più belle pedalate che abbia mai fatto. Mi sono goduto la libertà, l'aria aperta».
La squadra di Zambanini, la Zalf, è stata direttamente colpita dal Coronavirus. «Siamo sempre rimasti in contatto con la squadra, anche in questo momento difficile – precisa Zambanini - Devo ringraziare il mio allenatore Ilario Contessa, che mi ha seguito e programmato gli allenamenti, così come il team manager Luciano Rui, che ha combattuto contro il virus e lo ha sconfitto. Per la ripresa degli allenamenti ci hanno lasciati abbastanza liberi, fino a quando non si avranno delle certezze sulle date di inizio delle corse».
Intanto Edoardo può concentrarsi sugli esami di maturità. «Ho sempre cercato di impegnarmi molto a scuola, perché ci tengo – conclude Zambanini - Ci siamo dovuti adattare tutti alle nuove modalità di lezione online, ma finora è andata bene. Ora sto valutando le offerte formative di varie università. Mi piacerebbe entrare all'università di Trento visto il programma Topsport (tutoraggio agli sportivi). Quest'anno l'ammissione è legata ai voti del quarto anno e quindi sono avvantaggiato».