Olimpiadi: «legno» pregiato per Paternoster con il quartetto
Il quarto posto è sempre il più difficile da digerire e si spiegano così le lacrime delle azzurre al termine della loro prova. Quello conquistato da Letizia Paternoster, Balsamo, Guazzini e Fidanza, però, ha il peso di una medaglia, perché mai l’Italia si era spinta così in alto in questa specialità ai Giochi Olimpici, tra l’altro concedendosi il lusso di tenersi alle spalle le campionesse in carica della Germania, quinte.
A Letizia Paternoster, Vittoria Guazzini e Martina Fidanza, affiancate dalla rientrante Elisa Balsamo (schierata al posto di Chiara Consonni), non è bastato il nuovo record nazionale (4’07”491) per reggere il passo delle neozelandesi nella sfida del primo turno che metteva in palio un posto per la finale per l’oro.
Shearman, Wollaston, Shields e Botha hanno chiuso in 4’04”818, in pieno controllo della situazione, poi chiamate a vedersela nel confronto per il titolo con gli Stati Uniti, che nell’altro testa a testa del primo turno hanno superato di misura la Gran Bretagna al termine di una gara con entrambe le squadre vicine al record del mondo (4’04”629 per le statunitensi, 4’04”908 per le britanniche). L’Italia si è comunque garantita un posto per la finale 3°-4° posto, estromettendo dai giochi le campionesse in carica della Germania, che hanno fatto segnare il quinto tempo, a poco più di 4 decimi di secondo dalle azzurre.
Ecco perché il risultato è da considerarsi positivo: nella finale per il bronzo, contro la Gran Bretagna, le azzurre hanno giocato l’all-in, rimanendo davanti per tre dei quattro chilometri di gara, per poi pagare lo sforzo negli ultimi 1000 metri. A loro l’onore di averci provato. Sul terzo gradino del podio sono salite le inglesi Knight, Barker, Morris e Roberts, che hanno chiuso la loro prova in 4’06”382, contro il 4’08”961 delle italiane.
L’oro (3’04”306, a pochi millesimi dal record del mondo) è andato agli Stati Uniti di Dygert, Williams, Valente e Faulkner, quest’ultima a segno per la seconda volta a Parigi dopo il successo conquistato nella prova in linea. Argento alla Nuova Zelanda in 4’04”927.
«Dispiace perché queste ragazze sono giovani e hanno ancora tanto da dare in questa specialità – ha commentato il Ct Marco Villa -. Anche in questo caso l’avvicinamento è stato travagliato, soprattutto per quanto riguarda Elisa Balsamo. Inutile recriminare. Portiamo a casa il miglior piazzamento di sempre e un record italiano abbassato per due volte».
Letizia Paternoster potrà riprovarci domenica, quando sarà impegnata nell’omnium.