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Borraccia galeotta, Borghesi commenta la squalifica al Fiandre

Le nuove norme dell’Uci, entrate in vigore con il mese di aprile, sono costate care alla trentina Letizia Borghesi, che si è vista squalificare al Giro delle Fiandre per il lancio di una borraccia al di fuori delle zone consentite. La nuova regola ha “condannato” l’atleta nonesa dell’Aromitalia Basso Bikes Vaiano, che ha poi affidato ai social le proprie riflessioni, ritenendo eccessiva la squalifica come punizione per il mancato rispetto della norma, così come la somma richiesta a titolo di multa.

«Ieri al Giro delle Fiandre sono stata squalificata per aver buttato una borraccia fuori dalle zone consentite, per le nuove regole dell’UCI entrate in vigore proprio ieri – ha commentato la trentina di Ville d’Anaunia - ho sbagliato e mi dispiace molto per quanto successo, ma nel finale di una gara dura come questa (ero intorno alla 30.a posizione), quando si è al 110% e si stanno tirando fuori tutte le energie rimaste, non si ragiona più così lucidamente. Le nuove regole mi erano state spiegate bene, ma il gesto che ho fatto, siccome fino al 31 marzo per noi ciclisti era la normalità, mi è venuto in automatico».
«Penso anche però che la squalifica sia una punizione eccessiva e lo è ancora di più la multa che mi è stata data visto che quei soldi non li avrei guadagnati quasi nemmeno a vincere il Fiandre – ha aggiunto Letizia - Per questo gesto inconscio mi hanno fatto sentire veramente una “criminale” e penso che succedano cose ben più gravi di questa da punire. Le borracce inoltre non inquinano perché vengono raccolte dai bambini o dai tifosi che le collezionano, penso che vedere il sorriso di un bambino quando prende una borraccia a bordo strada non abbia prezzo. Ecco, con questa nuova regola vedremo molto sorrisi in meno e questo di certo non fa bene al ciclismo. Per le carte e i gel invece sono d’accordo che non debbano essere gettati nell’ambiente. Detto questo mi scuso per aver violato la nuova regola e sicuramente non si ripeterà più quanto successo».

Autore
Luca Franchini
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