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Mattia Bais, il fuggitivo: «vorrei riprovarci con mio fratello»

Dici Mattia Bais e dici «fuga». Il classe 1996 di Nogaredo ha sfruttato la prima occasione buona per mettersi in mostra al Giro d’Italia, in avanscoperta per 182 chilometri nella frazione inaugurale di venerdì. Un’azione - condotta assieme al compagno di squadra Filippo Tagliani - che è valsa l’attuale primato nella classifica delle fughe al corridore trentino della Drone Hopper-Androni, già vittorioso nella speciale graduatoria 2020, in quella che fu la sua prima partecipazione alla corsa rosa. L’obiettivo è quello di provare a ripetersi.

Mattia Bais in fuga (foto Sprint Cycling Agency/Drone Hopper-Androni)
Mattia Bais in fuga (foto Sprint Cycling Agency/Drone Hopper-Androni)

Mattia comanda anche la classifica dei traguardi volanti, a pari punti con Tagliani, e lo rivedremo sicuramente protagonista nei prossimi giorni. In fuga, certo, una sorta di prerogativa di famiglia, perché è specialità in cui “si diletta” anche il fratello minore Davide, classe 1998 della Eolo-Kometa.
I due hanno costruito la loro carriera su qualità come determinazione e tenacia, cresciuti entrambi nel vivaio di Società Ciclistica Mori, Forti e Veloci e Montecorona, poi entrambi al Cycling Team Friuli da under 23.

Nei prossimi giorni, chissà, potremmo vederli in avanscoperta assieme.
«Quando si è in gara non c’è molto tempo per parlarsi, ma con Davide mi sento la sera al telefono» spiega Mattia, che venerdì nella prima tappa è stato ripreso proprio dal fratello, in testa al gruppo a lavorare per la squadra in quel momento.
«Glielo ho detto a fine tappa, “te la farò pagare” – aggiunge Mattia, che poi si lascia andare a una risata -. Scherzi a parte, ognuno svolge il proprio lavoro e lui ha fatto ottimamente il suo».

Davide Bais, fratello di Mattia (foto Maurizio Borserini/Eolo Kometa)
Davide Bais, fratello di Mattia (foto Maurizio Borserini/Eolo Kometa)

Vi siete anche già messi d’accordo su una possibile fuga assieme?
«Ognuno ha un proprio ruolo e compito in squadra, ma alla vigilia delle tappe ci teniamo e ci terremo informati sui rispettivi “piani” – replica il 25enne di Nogaredo -. Sarebbe bello riuscire ad andare in fuga assieme e sono convinto che l’occasione ci sarà. Mi sono segnato un paio di tappe attorno a metà Giro, con percorsi di media difficoltà, quelli che potrebbero fare al caso mio. Per pensare di arrivare al traguardo, per avere il via libera da parte del gruppo, bisognerà però attendere che la classifica prenda una propria fisionomia».

Intanto Mattia comanda la classifica riservata al “miglior fuggitivo” del Giro.
«Ci ho provato subito, nella prima tappa. Si sapeva che non ci sarebbero state chance, essendoci in palio la prima maglia rosa, ma l’azione era stata pianificata. Due anni fa, alla mia prima corsa rosa, ho vinto la classifica delle fughe e vorrei provare a vincerla anche quest’anno. Mi piace correre così, all’attacco, e diciamo che cercato di portarmi avanti con il lavoro. L’obiettivo della prima giornata di gara era quello di dare visibilità alla squadra: la nostra maglia è stata inquadrata per quattro ore e mezza».

Dopo un avvio di stagione complicato, Mattia sta ritrovando il giusto colpo di pedale.
«Vengo da due anni difficili. Ho preso due volte il Covid, l’ultima volta in febbraio. Ho faticato a recuperare, alla Tirreno-Adriatico ho rimediato anche una bronchite. Ero debilitato. Ora sto meglio. La condizione è buona, altrettanto buone sono le sensazioni».

Lo si è visto venerdì. E anche nella cronometro.
«Nella crono ho badato a non terminare oltre il tempo massimo e alla fine non sono nemmeno andato male. Ho pagato un distacco di poco superiore al minuto da Yates».

Che atmosfera avete trovato in Ungheria?
«Bella, davvero bella, con tantissimo pubblico. Durante i 195 chilometri della prima tappa abbiamo trovato gente praticamente lungo tutto il percorso. Avevo già disputato il Giro nel 2020, ma al tempo si era in piena pandemia. Con il pubblico è tutta un’altra cosa. Si riesce a tirare fuori qualcosa in più».
Qualora ce ne fosse bisogno per Mattia, il fuggitivo.

Autore
Luca Franchini
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