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Juniores

Marco Andreaus pedala verso il debutto tra gli juniores

Nel 2019, Marco Andreaus ha conquistato sei vittorie, un argento tricolore e un quinto posto alla Coppa d’Oro, la gara di casa. La stagione 2020, ormai alle porte, segnerà il suo debutto nella categoria juniores, primo importante step verso il sogno del professionismo, lui che ha nel Giro d’Italia e nella Milano-Sanremo le sue corse preferite.

Marco Andreaus con la maglia del Veloce Club Borgo
Marco Andreaus con la maglia del Veloce Club Borgo

Marco Andreaus è uno dei prospetti più interessanti del ciclismo trentino. Corridore completo, forte in salita e sul passo, potrà scoprire meglio le due caratteristiche e il suo futuro sportivo nelle prossime due stagioni.
Nato e cresciuto con la maglia del Veloce Club Borgo addosso, portata con orgoglio fin dalla categoria G1, Marco ora è passato all’Assali Stefen Omap, formazione veronese di Cadidavid in cui hanno trovato posto anche i suoi compagni di squadra di sempre Andrea Dalvai, Niccolò Casagranda, Davide Cetto, Maurizio Cetto ed Emil Giovannini.

Casandra, Andreaus e Dalvai, qui a Mezzocorona
Casandra, Andreaus e Dalvai, qui a Mezzocorona

A continuare a difendere i colori del club borghigiano ci sarà suo fratello Elia, che nella prossima annata agonistica gareggerà con gli Esordienti secondo anno. I due fratelli sono saliti entrambi sul podio agli Italiani 2019: Marco, classe 2003) si è infilato al collo la medaglia d'argento, Elia (classe 2006) quella di bronzo.
Chissà che un giorno i due non possano trovarsi spalla a spalla in gruppo. Sognando un futuro tra i professionisti.

Prima di lanciarsi nel 2020, però, è bene ricordare e celebrare un’ultima volta un 2019 decisamente positivo. Qual è stata la vittoria più bella della stagione scorsa?
Ho vinto sei corse, a Gardolo, a Trento, a Terra rossa di Roncà, a Mezzocorona (con una fuga solitaria di 60 km, ndr) e a Marostica. Poi ho vinto la Marcheno-Sarezzo, che è quella che metto davanti a tutte, vuoi perché è una gara prestigiosa, vuoi perché al via c’erano tutti i migliori atleti del nord Italia, vuoi perché il mio diesse Nico Pasini teneva molto a quella gara.

Altrettanto prestigiosa è stata la medaglia d’argento conquistata ai campionati italiani.
Sicuramente, anche se con un po’ di rammarico. Tornare a casa con una maglia tricolore è un’altra cosa. Tra gli altri risultati importanti del 2019 metterei anche il terzo posto conquistato in Austria e il quinto posto alla Coppa d’Oro, dove speravo di riuscire a salire sul podio, visto che correvo in casa. È stata comunque una bella corsa e sono soddisfatto della mia ultima stagione da allievo.

Marco Andreaus (a sinistra) sul podio ai Campionati Italiani
Marco Andreaus (a sinistra) sul podio ai Campionati Italiani

Ora c’è il non facile passaggio alla categoria juniores da affrontare, con una nuova squadra.
Il primo approccio con il nuovo team è stato positivo. Mi sono trovato bene con tutti, anche se sto un po’ soffrendo il cambio di categoria. In primis per la difficoltà nella gestione dell’aspetto scuola-sport.

Quando sarà il tuo debutto tra gli junior?
Debutterò il 15 marzo, ma non so ancora in che corsa. Inizialmente dovrò puntare a finire le gare, cercando di aiutare i compagni al secondo anno in categoria. A quel punto, si potrà puntare a un bel piazzamento. Anche se sono al debutto tra gli junior, spero di riuscire ad alzare le braccia al cielo già in questa stagione, il prima possibile, consapevole che per raggiungere l’obiettivo mi dovrò impegnare molto.

Com’è nata la passione per il ciclismo?
A inserirmi nel mondo del ciclismo è stata mia mamma. Ho iniziato a correre da G1: a quell’età non stavo mai fermo, adoravo andare a fare giri in bici. Inoltre c’era anche mio nonno Giuseppe che era molto appassionato, con un passato da ciclista amatore. Diciamo che il ciclismo mi ha sempre affascinato, fin da piccolo.

Il tuo corridore preferito? Hai un modello di riferimento?
Più di uno. Come corridore, in quest’ultimo periodo ammiro molto Mathieu Van der Poel, perché è giovane e riesce a vincere in ogni disciplina. Poi c’è Peter Sagan, perché anche quando è in gara riesce a ridere e scherzare in gruppo. Mi piace il suo modo di vivere il ciclismo e un po’ mi rivedo in lui.

Come ti definiresti come corridore? E qual è la tua corsa dei sogni?
Mi reputo un corridore completo e nelle prossime stagioni potrò scoprirmi ancora meglio. Nel caso in cui, un giorno, riuscissi a raggiungere il professionismo, il sogno sarebbe quello di partecipare al Giro d’Italia e alla Milano-Sanremo, la classica di inizio stagione che mi piacerebbe vincere.

Al di là del ciclismo, cosa ti piacerebbe fare da grande?
Attualmente frequento l’Istituto Tecnico Buonarroti a Trento, dove studio Meccatronica. Non ho ancora un’idea precisa su cosa vorrei fare in futuro, ma mi piacerebbe restare comunque a contatto con il ciclismo.

Marco Andreaus è pronto ad alzarsi sui pedali. Nel 2020 sentiremo sicuramente ancora parlare di lui.

Autore
Luca Franchini
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