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Broccardo: «Il ciclismo dovrà fare i conti con la crisi»

Ora il pensiero è rivolto a tutti colori che stanno combattendo la propria personale battaglia, chi da un letto di ospedale, chi impegnato a salvare vite, chi seguendo le disposizioni e rimanendo chiuso tra le mura di casa, nella speranza che tutto finisca in fretta.
Difficile dire quanto tempo ci vorrà. Quel che pare scontato è che il fenomeno Covid-19 lascerà un’eredità pesante, crisi economica in primis. Una crisi con cui, giocoforza, dovrà fare i conti anche il mondo del ciclismo. Alla ripresa dell’attività, il calendario andrà riscritto, quanto meno in parte, tanto a livello internazionale che nazionale che locale.
A preoccupare il presidente del comitato trentino della Federciclismo Dario Broccardo è, però, proprio la crisi economica post-coronavirus. «Ora come ora mi viene difficile parlare di ciclismo – spiega Broccardo – I pensieri sono altri».

Se ne potrà e dovrà parlare una volta finito tutto, cercando di capire quali saranno i possibili scenari.
«Non se ne parlerà sicuramente prima di maggio, ma credo si andrà anche più avanti con il tempo – commenta Broccardo – Il calendario gare andrà sicuramente riscritto, ma non sarà un grosso problema. A livello Triveneto siamo già d’accordo di sentirci una volta terminata l’emergenza Covid-19 per stendere un calendario condiviso per le categorie Esordienti e Allievi. Bisognerà capire chi vorrà recuperare le gare annullate in questo periodo, ma anche chi sarà in grado e avrà la volontà di farlo».

Broccardo è comprensibilmente preoccupato per la difficile situazione economica che verrà a crearsi.
«È indubbio – continua il presidente della Federciclismo trentina – Le nostre società vivono di volontariato, passione, delle sponsorizzazioni di tante piccole aziende “amiche”. Quando si tornerà alla normalità, queste ultime dovranno fare i conti con una situazione a difficile. Alcune addirittura saranno costrette a chiudere e potrà esserci anche chi perderà il lavoro. Se una società già faticava a raccogliere 2000 euro per organizzare una gara, farà ancora più fatica».

In bici si andrà comunque ancora e, proprio nello sport, si potrà trovare una importante valvola di sfogo.
«Sicuramente – spiega ancora Broccardo – ma questo periodo di emergenza cambierà il mondo. Nella speranza che porti anche un cambio di mentalità».

Guardando alla situazione nazionale e internazionale, invece, che idea si è fatto sulle decisioni prese?
«Sono pienamente d’accordo con le restrizioni che sono state imposte qui in Italia – aggiunge Broccardo – Sono invece contrariato per la mancata presa di posizione da parte dell’Uci, che avrebbe dovuto fermare tutto. Bloccare tutti i corridori. Dare un segnale. Avrebbe dovuto dire: “tutti fermi per due mesi”, per poi ripartire da zero e rifare il calendario alla ripresa dell’attività, decidendo quali gare a tappe fare, quali classiche recuperare e via dicendo».

A proposito di corse a tappe e calendario: come potrebbe svilupparsi la stagione 2020?
«Non è facile dirlo ora, ma sinceramente non so so che quale sarà il destino di Giro d’Italia e Tour de France e pare che anche le Olimpiadi verranno rinviate – prosegue Broccardo – Proprio le Olimpiadi rappresentano il nocciolo della questione, perché il calendario 2020 ruotava attorno a quelle. Se i Giochi salteranno, potrebbe cambiare tutto. Potrebbero essere positicipati i campionati del mondo e, a quel punto, si potrà capire anche quale sarà il destino dei campionati europei di Trento. Ora, però, bisogna solo pensare a essere responsabili, per uscire da questa difficile situazione. Poi si potrà tornare a parlare di ciclismo».

Autore
Luca Franchini
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