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Under 23/Elite

Zambanini pedala verso il debutto tra gli under 23

Dici Zalf Desirée Fior e pensi ai vari Alessandro Bertolini, Manuel Quinziato, Daniel Oss, Gianni Moscon e Nicola Conci. Tutti loro hanno spiccato il volo verso il professionismo passando dalla squadra dilettantistica trevigiana, che nel 2020 avrà in organico un’altra promessa del ciclismo trentino, Edoardo Zambanini. Il classe 2001 di Dro sarà spalleggiato dal lavisano Samuel Slomp, suo compagno di squadra nel 2018 e nel 2019 alla Campana Imballaggi del diesse Alessandro Coden.

Edoardo Zambanini, qui in maglia azzurra
Edoardo Zambanini, qui in maglia azzurra

Diciannove anni da compiere il 21 aprile prossimo, cresciuto e maturato nel vivaio della Ciclistica Dro, Zambanini è un passista-veloce che, fin dalle categorie giovanili, ha sempre mostrato un particolare feeling con la vittoria, sia su strada che in pista. Nel 2019 ha chiuso la sua esperienza tra gli juniores, vittorioso al Gp Comune di Castellucchio (il 23 giugno), poi altre nove volte sul podio, con 4 secondi posti e 5 terzi posti. L’annata è stata all’insegna della grande continuità e ha visto Edoardo vestire la maglia della nazionale agli Europei su strada (chiusi al decimo posto) e su pista e pure ai Mondiali su pista, per poi chiudere il cerchio e prendere parte alla rassegna iridata dello Yorskshire, dove è stato estromesso dai giochi da una caduta.
«Mi sarebbe piaciuto lasciare la categoria juniores con qualche vittoria in più, ma se devo fare un bilancio generale sono comunque soddisfatto e non ho molti rimpianti – spiega Edoardo - Forse il quarto posto ai campionati italiani di Città di Castello e la sfortunata prestazione a Gent, in maglia azzurra, dove non ho potuto fare la volata per un problema alla bici. Non mi sarei mai aspettato di essere convocato così tante volte in nazionale (Gent Wevelgem, Tour du Pays de Vaud, Europei e Mondiali pista e strada, ndr). Non posso che ringraziare i commissari tecnici Rino De Candido e Marco Villa, che hanno sempre creduto in me: mi hanno dato l’opportunità di fare grandi esperienze e di confrontarmi con altre realtà e altri atleti».
La stagione che sta per iniziare segnerà il debutto di Edoardo tra gli under 23, con nuove speranze e nuovi obiettivi da raggiungere, in un’annata che, per lui, sarà caratterizzata anche dalla maturità scolastica, aspetto non secondario per l’atleta di Dro.
«Per il 2020 non ho grandi obiettivi, avrò la maturità a giugno – spiega Zambanini - Mi piace molto studiare, frequento l’istituto tecnico economico G. Floriani a Riva del Garda e mi sto impegnando anche a scuola. Mi piacerebbe moltissimo partecipare al Giro D’Italia under 23 o a qualche gara importante, pur che sia conciliabile con gli impegni scolastici».

Zambanini in divisa Zalf
Zambanini in divisa Zalf

Sai già quale sarà la sua corsa d’esordio?
«Di preciso non ancora. Penso o Gp La Torre (il 23 febbraio a Fucecchio, in Toscana, ndr) o alla San Geo (nel Bresciano, il giorno precedente, ndr)».
Edoardo va forte sia su strada che in pista. Porterà avanti entrambe in ottica futura?
«Strada e pista, a mio parere, sono due attività importantissime. La pista mi ha aiutato molto ed è sempre stata importante per me. Mi dà un po’ di spunto in volata, quello che spesso mi ha permesso di ottenere risultati».
Come è stato l’approccio con la nuova squadra?
«Con la squadra mi sono trovato bene fin da subito. Mi hanno accolto molto bene. Abbiamo già fatto un paio di ritiri: per me e Samuel più corti, visti gli impegni scolastici. La squadra stessa ci agevola, perché dà importanza alla scuola. Il gruppo, inoltre, mi sembra bello e unito: mi auguro che questo clima caratterizzi tutta la stagione».
Come ti definiresti come corridore?
«Mi sto ancora scoprendo. Ho vinto molto in volata, ma non mi piacciono solo gli sprint. Mi piacciono anche le salite e l’anno scorso sono migliorato molto su quel tipo di terreno, perdendo qualcosa in volata».
Su cosa senti di dover migliorare in modo particolare?
«L’obiettivo è quello di migliorare sempre, anno dopo anno. Ora mi piacerebbe ritrovare un bello spunto in volata. Il progresso fatto in salita mi ha fatto perdere un po’ di forza».
Com’è nata la passione per il ciclismo?
«Ho iniziato ad andare in bici all’età di cinque anni. Ho iniziato perché anche mio fratello Dennis correva. All’inizio giocavo anche a calcio, poi lo ho abbandonato e ho scelto la bicicletta.Un ringraziamento speciale va alla mia famiglia, che mi ha sempre aiutato e ogni giorno fa sacrifici per me. Non può mancare un pensiero anche per i miei zii, che mi seguono fin dalla mia prima gara, e sicuramente a tutti gli allenatori che ho avuto, in modo particolare Alessandro Coden. Un “grazie” va anche a lui e a tutta la Campana Imballaggi, che mi ha aiutato molto e non mi ha fatto mancare nulla».
Il ciclismo cosa rappresenta ora per te e cosa vorresti rappresentasse in futuro?
«Assieme alla scuola, rappresenta il mio presente e vorrei rappresentasse anche il mio futuro. Il sogno è quello di raggiungere un giorno il professionismo, ma la strada è ancora lunga e dura. Vado avanti pedalata dopo pedalata, tenendolo come obiettivo da provare a raggiungere».
Qualora non riuscissi a realizzarlo cosa altro ti piacerebbe fare?
«Mi piacerebbe continuare a studiare, Economia, ma anche restare nel settore del ciclismo, magari come massaggiatore».

Autore
Luca Franchini
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